Dino Cassone
è nato e vive a Fasano professione giornalista Schena Editore EUR 13 (di Vito Antonio Loprieno)Il tema della morte e della post-mortem ha da sempre attanagliato il genere umano. Al tempo dell’antica Roma, nel mese di maggio, si svolgeva la celebrazione dei Lemuria. A differenza dei Parentalia in febbraio, dove i vivi andavano a trovare i morti, durante i Lemuria erano i morti ad andare a trovare i vivi nelle loro abitazioni. I lemures erano morti senza nome, spesso vittime di morte violenta. I lemures uscivano dalle sepolture e tornavano a visitare le loro dimore, accolti dai vivi che offrivano loro fave e li accompagnavano alla porta con riti apotropaici. Ma è leggendo Plinio il giovane ( I sec. d.C.) che abbiamo una idea più precisa di ciò che alle volte ci chiedono i fantasmi. In una epistola a Lucias Sura Plinio racconta una storia accaduta in Atene dove vi era una casa infestata da un fantasma che con urla e rumori di catene terrorizzava tutto il vicinato. La casa restò disabitata sin quando, giunto in città il filosofo Atenodoro, questi non decise di prenderla in fitto per pochi soldi. Atenodoro non aveva paura, anzi sfidò il fantasma mettendosi a scrivere per tutta la prima notte, nonostante che questi comparve, catene ai piedi, mostrando tutto il campionario del terrore di cui era capace. Ad un tratto, però, Atenodoro mosso da compassione provò a seguire il fantasma che con insistenza gli indicava con un dito un punto preciso. Lo seguì sino in giardino dove, appena giunto, il fantasma svanì. Atenodoro in quel punto preciso lasciò per segno alcune foglie per terra e il mattino dopo chiamò i magistrati e fece scavare in quello stesso punto. Vi trovarono povere ossa ancora con catene legate alle caviglie. Le ossa furono raccolte e seppellite a spese pubbliche e la casa da quel momento smise di essere infestata. Il fantasma del vecchio fu messo in pace e condotto all’Ade. È ciò che accade nel romanzo di Dino Cassone. Il povero soldato italo-inglese Thomas Proud muore tragicamente in una missione di guerra. Prima di incontrare il nemico ha un appuntamento con la signora morte. E da quel giorno del 1944 per sessantacinque anni cercherà di comunicare con i vivi per trovare pace. Segni non letti dai tanti personaggi condurranno il più giovane tra questi a risolvere il mistero, percorrendo il nostro tempo andato, tra la Puglia e l’Inghilterra, tra genuini sentimenti di amore, con una presenza forte, angosciante, alle volte terrificante: La Radio.
Suggestione? Paranormale? Spiritismo?
Pasquale Loiacono diceva in “Questi fantasmi” di Eduardo De Filippo “I fantasmi non esistono li creiamo noi, siamo noi i fantasmi!”
Qualcuno, però, dovrebbe dire a Michael Pietro, ultimo della dinastia che anima il romanzo, di astenersi dal riparare La Radio. Non si sa mai!!
A Dino Cassone, diciamo, come nel mondo del cinema: buona la prima!